Contestazione multe con autovelox fissi: ricorso possibile in caso di multa su strade cittadine
Ennesimo capitolo dello “scontro” automobilisti-autorità che si occupano del controllo del rispetto dei limiti di velocità sulle strade italiane usando autovelox fissi. In questo caso la notizia, che arriva direttamente dal pronunciamento della Seconda Sezione Civile della Corte di Cassazione (sentenza 3701/11, depositata in data 15 Febbraio 2011), è favorevole agli automobilisti.
Infatti la Cassazione ha stabilito che una multa fatta con autovelox fissi e automatici su strade urbane ordinarie è annullabile dal Giudice di Pace, nonostante l’uso del meccanismo per rilevare la velocità dell’automezzo sia stato autorizzato dal Prefetto. In pratica: se vi viene contestata una multa in città attraverso l’uso di autovelox fissi, potete fare ricorso presso un giudice ottenendone l’annullamento.
Ma vediamo il perché sia possibile la cancellazione di una multa fatta grazie all’uso degli autovelox fissi.
Secondo la legge che regolamenta le modalità attraverso le quali possono essere effettuati controlli sulla velocità “da remoto”, ovvero senza che vi siano necessariamente agenti in prossimità delle apparecchiature di rilevamento fisse, tali controlli sono applicabili sempre su autostrade e strade extraurbane principali. L’articolo 4 della legge 168/02 nega tale possibilità sulle strade urbane ordinarie, ovvero la maggior parte delle strade cittadine, sulle quali i controlli della velocità possono essere effettuati tramite appostamenti di pattuglie che abbiano autovelox mobili.
Lo stesso articolo stabilisce che è necessaria l’autorizzazione del Prefetto affinché i controlli possano avvenire su strade urbane di scorrimento e su tratti extraurbani ordinari. Spetterà all’autorità prefettizia stabilire o meno l’uso di autovelox fissi in base al traffico, all’oggettiva difficoltà di fermare tempestivamente i trasgressori e alla pericolosità del tratto sottoposto a controllo.
Cercando di sfruttare questa attribuzione di poteri al Prefetto, alcuni comuni hanno chiesto allo stesso l’autorizzazione all’applicazione di controlli con autovelox fissi anche su strade cittadine che non possono essere classificate come “di scorrimento”. In questo modo le autorità comunali hanno di fatto “trasformato” strade ordinarie in strade urbane di scorrimento.
La sentenza 3701/11 della Cassazione in pratica afferma che quanto stabilito dal Prefetto possa essere contestato in sede di giudizio, soprattutto in considerazione del fatto che l’autorità statale, nel concedere di piazzare autovelox fissi su strade ordinarie urbane, va contro quanto stabilito dal già citato articolo 4 della legge 168/02. Quindi la Cassazione ha attribuito al Giudice di Pace, in presenza di una contestazione da parte di un cittadino-automobilista, il dovere di accogliere il ricorso, disponendo l’annullamento della multa contestata, data l’illegittimità della stessa.
Com’è facile intuire si tratta dunque di una sentenza importante, perché consente agli automobilisti di fare ricorso in caso di multe ricevute usando autovelox fissi in molti tratti cittadini.
E’ altrettanto facile prevedere che questo pronunciamento della Cassazione darà il via a una serie infinita di contestazioni relative a contravvenzioni ricevute con meccanismi fissi ed automatici di rilevamento della velocità, come sta già avvenendo in alcune città come Torino, Firenze e Frosinone.
Dall’altra parte della barricata, cioè dal punto di vista di vigili urbani e polizia stradale, aumenta invece il senso di impotenza nei confronti dei trasgressori che, secondo il loro punto di vista, sono sempre più tutelati e hanno sempre maggiori strumenti per far ricorso e contestare le multe fatte usando gli autovelox.
Fonte: ilsole24ore.com